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HNK - TIR - 26 - Tramonto



Tramonto



Kyle correva ormai senza più fiato nei polmoni. Ogni passo successivo incideva sempre di più sulla fitta sul fianco. Dietro di lui, Alice arrancava con difficoltà fra alberi, radici e piante varie. La sentì inciampare e cadere. Kyle si fermò di scatto e tornò indietro. L’aiutò a rialzarsi, issandola a forza. Lei era ancora troppo debole e lo sforzo la stava minando molto più di quanto stesse facendo a Kyle, abituato fin da piccolo a correre o morire. Alice non si oppose quando lui riprese a correre, stavolta trascinandola, mano nella mano. La guidò nel sottobosco, schivando rami e arbusti quanto più velocemente possibile. Non ricordava la strada esatta fatta all’andata, quindi dovette affidarsi all’istinto.
- Aspetta… non ce la faccio… più…
Alice cadde nuovamente, stavolta senza inciampare in nulla.
Kyle si voltò verso di lei, col cuore che gli martellava nel petto.
- Ti sei fatta male?
- No. Ho solo i polmoni che vanno a fuoco e una decina di tagli praticamente ovunque – respirò a fondo – Perché dobbiamo correre così tanto? Ormai li abbiamo seminati.
- Si vede che non conosci le guardie del tuo patrigno. Corrono, e anche tanto. Ma la loro particolarità è quella di arrivare come un gregge di pecore, chissà quanti ce ne sono qui fuori.
- E allora perché non andiamo via con Noctowl?
- Pattugliano i cieli, secondo te perché ho allungato più volte, evitando di passare per delle radure prive di alberi? Ci sono dei Salamance in cielo, ne ho visti almeno una decina da quando abbiamo iniziato a correre.
- Arcanine?
- Lascia orme troppo visibili, li condurremmo dritti a New Hope. La città è nascosta dagli occhi ostili tramite dei campi psichici che scombussolano i sensi. Si è convinti di andare dritto, ma in realtà si fa il giro del perimetro e quindi non si incontra la città. Inoltre è resa invisibile, sarebbe strano sparire nel nulla.
Alice parve aver inghiottito un pugno di sabbia e il suo viso divenne molto più cupo.
- Io non ce la faccio più. Non ho le forze per fare un altro passo.
- Non posso prenderti sulle spalle, non sono abbastanza forte per correre per tutti e due.
- Mi dispiace, forse dovresti semplicemente lasciarmi qui, tanto non mi faranno niente. Altrimenti Artorius li ucciderà.
- Artorius?
- Sua Santità, è il suo vero nome. L’ho scoperto da sola, forse sono ormai l’unica a conoscerlo.
- Che nome ridicolo – Kyle rise.
Prese la Poké Ball di Arcanine e lo richiamò fuori. Spiegò in breve la situazione e il Pokémon si avvicinò ad Alice, per poi accucciarsi vicino a lei, stendendosi sulla pancia, per permetterle di salirgli in groppa.
- Non hai detto che ci avrebbero seguito facilmente?
- Sì. Ma, beh, non posso lasciarti indietro. Avrei sprecato quattro giorni della mia vita, altrimenti.
Kyle si avvicinò ad Alice e l’aiutò ad alzarsi. Dopodiché salì in groppa da Arcanine e tese una mano alla ragazza, issandola sul dorso del Pokémon.
- Tieniti forte, Arcanine sa essere fin troppo veloce quando vuole.
Si avvicinò all’orecchio del suo compagno.
- Corri, Arcanine, mostraci cosa significa “fretta”.
Il Pokémon si drizzo sulle zampe e, dopo aver ruggito, sprigionando scintille dalle mascelle, partì al galoppo. Immediatamente, Kyle e Alice vennero sbalzati all’indietro e sarebbero caduti, se non si fossero mantenuti al pelo del Pokémon con tutte le loro forze.
Arcanine sembrava conoscere già tragitto e destinazione, tanto veloce svoltava, evitava alberi e saltava rocce e piccoli dirupi. Diverse volte Alice ebbe paura di essere sbalzata dalla sua groppa e, per timore che ciò accadesse, si strinse forte a Kyle, cingendogli la vita con le braccia. Appoggiò la testa alla sua schiena e chiuse gli occhi, sferzati dal vento incessante.

Corsero così per molto tempo, ogni tanto Kyle le urlava di abbassarsi e un ramo sfrecciava sulle loro teste subito dopo.
Arcanine accelerò di colpo e Alice poté vedere distintamente delle figure sfrecciare nel cielo sopra di loro.
- Ci hanno trovati! – urlò nel vento, sperando che Kyle la sentisse.
Come in risposta, Arcanine voltò di colpo, immergendosi nella boscaglia. Però, poco dopo, un enorme Salamance piombò in verticale dal cielo, tagliandogli la strada con un potente getto di Dragospiro.
Arcanine si lanciò fra le fiamme azzurre e ne uscì indenne dal lato opposto. Si girò immediatamente a fronteggiare l’assalitore.
Kyle lo fermò e allentò la presa delle mani di Alice.
- Resta qui, Arcanine ti proteggerà.
- Dove vai? Dobbiamo scappare.
- Sarebbe inutile, è troppo veloce.
- E cosa intenderesti fare? Quello ha un Salamance, vuoi lottarci?
Mosso da un improvviso moto di coraggio, Kyle ispirò a fondo.
- Sì.
Scese dalla groppa di Arcanine e si diresse a grossi passi verso il Sacerdote che ora scendeva dal suo Salamance.
- Consegnaci Miss Alice.
- Fottiti, è sotto la mia protezione – Kyle si stupì di sé stesso. Cole sarebbe stato fiero di lui.
- Ragazzino non mi ripeterò due volte.
- Neanche io – la mano scivolò automaticamente sull’impugnatura della sua Colt, per poi abbassare il cane e togliere la sicura.
Il Sacerdote prese una Poké Ball e fece rientrare Salamance. Dopodiché ne prese un’altra da cui chiamò in campo un Tauros.
Il Pokémon scalciò violentemente con le zampe posteriori, poi prese a raspare il terreno con tale furia da sembrare completamente fuori controllo.
Kyle era deciso a lottare utilizzando Riolu, ma qualcosa nella Poké Ball di Noctowl lo fece tentennare. Il Pokémon stava tentando di comunicargli qualcosa tramite la sfera. Sentì il battito del cuore e il calore provenire dalla sfera. La sicurezza che ne veniva emanata finì col contagiarlo.
- E va bene, d’altronde tu conosci benissimo questi boschi, vediamo se l’allenamento è servito a qualcosa.
Noctowl apparve davanti a Kyle, a mezz’aria. Non un suono tradì la sua presenza; i suoi enormi occhi erano puntati fissi sul suo avversario. Sembrava quasi non muoversi.
- Non perdiamo tempo. Tauros usa Incornata.
Il Pokémon muggì violentemente prima di lanciarsi all’attacco, a testa bassa. Le sue corna sferzarono l’aria mentre le zolle di erba vorticavano attorno ai suoi zoccoli. Noctowl riuscì a schivarlo senza problemi, spostandosi di lato poco prima di venire colpito. Kyle si spostò per evitare di venir travolto dal Pokémon che, come impazzito, era andato a conficcarsi all’interno di un tronco d’albero.
Strattonò con violenza la testa verso destra, stracciando la corteccia e liberandosi.
“Ha qualche problema a controllare la rabbia” pensò Kyle, osservando quella scena mentre il Sacerdote continuava a sputare ordini su ordini al Pokémon ancora intento a liberarsi dal legno.
Kyle guardò il suo Pokémon che, ancora immobile a mezz’aria, osservava la scena e sembrava del tutto annoiato dal suo avversario. A volte la troppa calma di Noctowl lo metteva a disagio.
Tauros riuscì finalmente a liberarsi del tutto e a riprendere la lotta; la mossa a vuoto parve farlo infuriare ancora di più. Kyle pensò che avrebbe potuto utilizzare questo a suo vantaggio.
Per sua fortuna, gli allenamenti di Maisy avevano insegnato a lui e i suoi Pokémon a combattere quasi senza la necessità di comunicazione vocale. Un solo sguardo e Kyle capì che anche Noctowl pareva aver captato quel particolare e, forse, per questo era ancora immobile. Sembrava quasi farsi beffa di Tauros.
- Idiota di un Pokémon, stavolta colpiscilo!
Tauros muggì odiosamente, prima di partire nuovamente alla carica.
- Noctowl, schivalo.
Il Pokémon Gufo fece una rotazione sul proprio asse, spostandosi quanto basta per schivare il colpo. Tauros, stavolta, si riuscì a fermare poco dopo e si voltò verso di Noctowl che, in quel momento, gli dava le spalle.
Con totale noncuranza, il Pokémon voltò di centottanta gradi la testa. Fissò per un paio di secondi il Tauros che respirava affannosamente e poi, ancor più lentamente, fra un battito d’ali e l’altro, girò anche il resto del corpo.
Questo parve far perdere il senno a Tauros. Il Pokémon non ascoltò i successivi ordini del suo allenatore e iniziò a scaraventare un possente attacco Frana su di Noctowl, bombardandolo di enormi massi e pezzi di terreno staccati dal suolo a furia di colpi di zoccoli.
Noctowl iniziò a volteggiare in aria, cercando di schivarli. Qualcuno riuscì a colpirlo all’ala destra, facendogli perdere quota.
- Noctowl, usa Riflesso, proteggiti dietro lo scudo.
Il Pokémon utilizzò la forza della propria psiche per generare dal nulla un muro invisibile fra lui e i massi che Tauros continuava a lanciargli contro. Utilizzò i suoi poteri anche per intrappolarci i massi che vi entravano a contatto, rafforzando così le proprie difese. Più volte la mossa Frana andò a infrangersi contro le rocce precedentemente create, annullando a vicenda i colpi.
Kyle sorrise istintivamente quando vide che Tauros stava completamente perdendo il senno.
- Smettila immediatamente, Tauros! – gli urlò il Sacerdote – Vediamo di convogliare per bene le tue forze, usa Frustrazione.
Negli occhi di Tauros si sprigionò un fuoco indomabile. La vista gli divenne rossa mentre si lanciava contro di Noctowl, senza badare a null’altro che al suo avversario. Cercò d’incornarlo più volte, saltò con forza assurda raggiungendolo anche alle più impressionanti altezze e cercò di calpestarlo ogni volta che Noctowl si posò a terra. Utilizzò ogni parte del corpo per colpirlo e qualche volta riuscì a inferirgli qualche frustata con la coda, anche se il continuo Riflesso di Noctowl portò al minimo i danni.
Tauros smise di colpire, ansimante.
- Sei pronto per il colpo finale, Noctowl?
Il Pokémon bubolò in segno di assenso.
In quel momento, Tauros, sfuggito ancora al controllo del suo allenatore, lanciò un violentissimo attacco Bora verso di Noctowl.
Kyle non ebbe tempo di pensare, il colpo era troppo violento per essere evitato o parato e quindi agì d’istinto.
- Noctowl, difenditi con Psichico! – pensò che la mossa più potente a disposizione avrebbe almeno potuto diminuire i danni, nel peggiore dei casi.
In quel momento, però il suo Pokémon lo stupì. Probabilmente aveva concepito male l’idea di “difesa” ma quel che fece funzionò in modo ottimale, tanto che anche Alice rimase senza parole.
Noctowl utilizzò la mossa Psichico non come contrattacco difensivo, bensì per manipolare il violento vento gelido carico di frammenti e lame di ghiaccio, facendolo vorticare attorno a sé stesso.
Il ghiaccio prese a diventare sempre più compatto mano a mano che la Bora di Tauros continuava a colpire, fino a che di Noctowl non rimase più neanche una piuma.
Il Sacerdote ordinò di terminare l’attacco, convito di aver vinto l’incontro. Però Noctowl, era ancora intento a manipolare il ghiaccio. Lentamente, parve aderire al suo corpo, piegato alla sua volontà. Prese le forme di Noctowl, avvolgendolo in una spessa armatura di ghiaccio, costellata di spuntoni.
Come se nulla fosse successo, Noctowl continuò a volare, ricoperto di lucente ghiaccio.
Kyle ricordò la mossa che avevano provato poco prima del risveglio di Alice, e pensò che fosse il momento adatto per provarla.
- Noctowl, vediamo se hai imparato a utilizzare quella mossa, preparati!
Il Pokémon Gufo si librò sempre più in alto nel cielo, caricando l’energia necessaria al colpo; un’aura azzurra iniziò a scandirne i contorni del corpo.
- Tauros non restare lì impalato, sciogli il ghiaccio con Fuocobomba!
Il Pokémon obbedì ma lo spesso ghiaccio, unito ai poteri psichici di Noctowl, fornì una protezione perfetta e impenetrabile.
Quando fu pronto, Noctowl iniziò la sua picchiata sul suo obiettivo.
- Aeroattacco, vai!
Imbevuto nell’azzurro della sua stessa aura, Noctowl piombò inesorabile su Tauros che inutilmente provava a colpirlo ancora con le sue fiamme. L’impatto fu devastante: l’armatura ghiacciata esplose e si riversò su di Tauros colpendolo decine di volte, mentre l’Aeroattacco gli si riversava addosso in tutta la sua potenza.
Ci fu una grossa esplosione di energia e poi anche il vento parve fermarsi.
Tauros era K.O.
Noctowl era atterrato al suolo di fianco al suo corpo sfinito e pieno di tagli.
Il Sacerdote, rimasto senza parole e imitato da Kyle, si riprese quasi subito dal colpo subito e riportò le mani alla Poké Ball di Salamance.
Kyle intercettò le sue intenzioni e intervenne prima che fosse troppo tardi.
- Noctowl, Confusione sul tizio!
Gli occhi di Noctowl divennero immediatamente bianchi e lo stesso accadde al Sacerdote che ora restava, immobile, in piedi, come sostenuto da fili invisibili.
- Che gli è successo? – chiese Alice, portata vicino al campo di battaglia da Arcanine.
- Non ne ho idea, ho reagito d’istinto ma non volevo fargli troppo male con Noctowl. I miei Pokémon non uccidono gli umani e io non uccido Pokémon, ho sempre vissuto con questi principi.
- Beh, che aspetti? Hai una pistola, sparagli!
- Troppo rumore e… aspetta un attimo. Noctowl, fallo venire qui.
Il Pokémon tornò a fissare il Sacerdote che obbedì a un ordine silente, avvicinandosi a Kyle. Si fermò a pochi passi da lui.
- Fantastico, gli ho fatto il lavaggio del cervello. Fagli infilare un dito nel naso.
- No, dobbiamo fuggire! – intimò Alice, dando uno schiaffo dietro la testa di Kyle.
- Ok, ok, calmati. Ad Astoria non sapete come divertirvi…
- Noctowl, digli di prendere Salamance, tornare in volo, chiamare i suoi compagni e dirgli di averci seguito fino a un tunnel. Abbiamo fatto crollare tutto dietro di noi e siamo fuggiti. Prima di essere scoperto, tuttavia, ha sentito dirci che eravamo diretti a Giardinfiorito, alle Fonderie Fuego, dove ci aspetta il resto della Resistenza. Quindi deve convincere gli altri a farci un agguato dall’altra parte del passaggio segreto.
Noctowl sbatté le palpebre, forse la prima volta che Kyle glielo vide fare. Dopodiché tornò a osservare il Sacerdote, i suoi occhi ritornarono nuovamente bianchi e consegnò il messaggio.
Kyle e Alice lo osservarono mettersi in groppa a Salamance che parve contrariato. Salì immediatamente in cielo e pochi minuti dopo videro uno stormo dirigersi a Sud-Ovest.
- Perché non ha usato subito Salamance? – chiese Kyle, mentre risaliva in groppa ad Arcanine.
- Ognuno ha un ruolo, ad Astoria. Ci sono Pokémon per combattere e altri per gli spostamenti. Siamo stati salvati dal fatto che sono ossessionati dalla fede.
- Beh… buon per noi. Non voglio pensare come sarebbe andata con quel Salamance – Kyle accarezzò Noctowl in segno di ringraziamento, prima di farlo tornare nella Poké Ball. Dopodiché si avvicinò ad Arcanine e riprese posto davanti ad Alice.
- Sarebbe potuto finire molto peggio… - sussurrò Alice, più a sé stessa.
- Che hai detto?
- Niente, niente – si affrettò a dire Alice.
- Ok – Kyle non ne sembrò convinto.
- Tieniti forte stavolta, andremo subito al massimo.
Alice obbedì e si strinse di nuovo a Kyle. Stavolta con un po’ di fiducia in più verso quel ragazzo.

Il Sole stava ormai scomparendo di nuovo, nel suo eterno ciclo di morte e rinascita, dietro le vette più alte che circondavano New Hope.
Daisy e Bucky stavano passeggiando fra i campi d’erba al limitare della cittadella, dopo un’estenuante giornata di lavoro.
- Quindi, sei sicuro che Sua Santità voglia catturare Kyurem?
- Sì, era venuto con i suoi da mio zio, voleva i progetti che ho portato qui da voi. Sono felice di poter produrre quelle armature. Per Ferdinand.
- È comunque un miracolo che tu sia caduto poco lontano da qui e che Sur fosse lì vicino. Se non fosse stato per i suoi Pokémon, non saresti sopravvissuto alla caduta.
- Sur è un grande, mi piace un sacco. Ma quella Maisy non avrebbe dovuto già essere qui, con Alice e il tuo Kyle?
- Effettivamente stanno tardando un po’ troppo per i miei gusti. Appena Cole si sarà liberato delle pattuglie che cercano New Hope, lo manderò a cercarli.
- Poveri Sacerdoti, non vorrei essere nei loro panni.
I due continuarono a camminare ancora un po’, chiacchierando prima della cena. Da lì, riuscivano a vedere i Salamance che inutilmente provavano ad abbattere Green e il suo Charizard, mentre dei massi venivano costantemente sparati verso l’alto da Cole e Rhyperior che sembrava una contraerei.
All’improvviso qualcosa sbucò fuori dal bosco davanti a loro. Bucky s’irrigidì immediatamente, memore del fresco assalto che aveva subito in cielo.
Rimasero immobili, incerti sul da farsi. La barriera avrebbe dovuto tenere lontano chiunque non abitasse a New Hope. Solo quando gli intrusi furono più vicini e il Glaceon di Daisy iniziò ad andare loro incontro, che i due riconobbero, rispettivamente, Kyle e Alice.
Arcanine giunse trotterellando fino a raggiungerli, con Glaceon che continuava a gironzolargli attorno. Si fermò di fronte a Daisy e Glaceon iniziò a fargli le fusa fra le zampe.
Alice, alla vista dell’amico, scese di corsa da Arcanine, liberando il più velocemente possibile Kyle dal proprio abbraccio e si lanciò verso di lui.
- Bucky, stai bene! – Alice lasciò scorrere le braccia attorno al collo di lui, stringendolo con la poca forza ancora in corpo.
Lui ricambiò l’abbraccio senza dire una parola, troppo felice di vederla.
Kyle scese a sua volta da Arcanine, distogliendo lo sguardo dai due amici, per rivolgerlo altrove, verso di Daisy che lo aspettava, rigida, proprio davanti a lui.
- Maisy è riuscita a precederci? – chiese Kyle, tutto d’un fiato, come avendo paura della risposta.
Daisy titubò per qualche istante, poi lo abbracciò forte.
- No, non ancora. Tu come stai?
- Bene, ci sono un sacco di cose che devo raccontarti.
Era sul punto di cominciare il proprio racconto quando videro Charizard e Pidgeot ritornare al campo base. Green volò direttamente da Blue; Charizard ruggì di dolore passando sopra le loro teste.
Non dovettero chiedersi il motivo, in quanto l’arrivo di Pidgeot subito dopo sfumò ogni dubbio. Prima di atterrare, adagiò quanto più delicatamente possibile sull’erba davanti a loro i corpi di Maisy e Ursaring, privi di vita. Il Pokémon aveva numerosissime ferite sul petto e qualsiasi punto del suo davanti. Maisy aveva un profondo taglio all’altezza dell’ombelico. Il kimono sporco di sangue.
Kyle si avvicinò, quasi inciampando, alle due, col mondo che iniziava a vorticare attorno a sé.
Fu solo quando Cole scese dalla groppa di Pidgeot e lo strinse fra le sue braccia, che Kyle evitò di crollare al suolo. Iniziò a piangere sulla sua spalla.
Cole, senza troppe cerimonie, gli sussurrò qualcosa all’orecchio. Kyle, fra i singhiozzi, annuì. Cole salì sulla groppa di Pidgeot e allungò una mano a Kyle, invitandolo a salire.
Alice si mosse rapidamente, vedendo la scena. Si avvicinò a Kyle, gli poggiò delicatamente una mano sulla spalle e, quando lui si voltò, l’abbraccio senza dire nulla. Lui ricambiò quell’abbraccio, mezzo imbarazzato.
- Ti aspetto qui – fece lei.
Lui annuì e salì prendendo posto dietro Cole.
- Cole, dove andate adesso? I ragazzi hanno bisogno di riposo. E Maisy… abbiamo tutti bisogno di riordinare le idee e… fare qualcosa.
Lui si limitò a scuotere la testa, lentamente.
- Andiamo più su, a vedere il tramonto.
Cole si allungò verso le orecchie piumate di Pidgeot. Sussurrò anche a lui qualcosa e questo fece irritare non poco Daisy, che con Cole condivideva sempre tutto, nulla escluso.
Il Pokémon emise uno strano verso, come un lamento stridulo. Alice sentì una stranissima sensazione di vuoto mentre la pelle le si accapponava.
Poi Pidgeot si alzò a pochi centimetri dal terreno. I suoi artigli si richiusero nel terreno attorno a Maisy e Ursaring, per poi sollevarli con delicatezza innaturale. Nonostante la stazza e il peso, riuscì a trovare la posizione giusta per sollevare anche il grosso Pokémon.
Il tempo sembrava essersi fermato mentre Pidgeot saliva sempre più in alto, rallentato dal peso trasportato ma conservando la sua regale eleganza. Kyle guardò in giù, il volto di Maisy, coi capelli mossi dal vento, era più bello che mai.


 
- Hancock

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